Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/241

Da Wikisource.

padre topes 233


dendo il fraticello gli sorrise graziosamente e gli disse con voce carezzevole, come parlando ad un bimbo:

— Vi hanno dunque assalito, i ladroni? Ah, i cattivi ladroni! Essi andranno all'inferno….

Il piccolo frate non rispose: ma la guardò come un pazzo. Ah, sì, Dio santo e terribile, ella rassomigliava a quell'altra, e nel guardarla, Padre Topes provava una vertigine di desiderio che gli ottenebrava gli occhi. Egli era perduto; perduto per tutta l'eternità. Sentì che non avrebbe fatto un passo se non per avviarsi a quel luogo, e non si mosse. Appena la fanciulla se ne fu andata, alta e bella e con l'anfora sul capo come la Samaritana, Padre Topes la seguì con lo sguardo ardente, poi si levò la corda grigia che gli cingeva i fianchi e la gittò ad un ramo. Salito sulla pietra che serviva da sedile, egli fece un nodo scorsoio alla corda, se lo passò al collo e si lanciò nel vuoto.