Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/29

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per riflesso 21

gazzo. La madre lo guardò ansiosa: anche il maestro lo guardò intensamente.

Qual pensiero occulto ferveva in fondo alla piccola mente? Quali progetti fantastici passavano già nella piccola anima?

— Farò quello che egli vorrà, — disse Andrea, senza sollevare gli occhi.

La madre guardò il maestro, sorridendo felice; ma il maestro alzò le sopracciglia e fece cenno di no, rispondendo ad una sua interna domanda.


II.


Gli anni passarono.

Andrea Verre frequentava l’Università, ma da qualche tempo viveva miseramente perché zio Larentu, venuto a conoscere che invece di studiar medicina suo figlio seguiva il corso di belle lettere, gli negava ogni sussidio. Più che studiato, Andrea aveva letto: Nietzsche, Bourget, Shelley, Sant’Agostino, Orazio, un miscuglio di autori terribili e di poeti soavi, le cui dottrine gli fermentavano nella mente come i semi nella terra, quando sta per giungere la primavera.