Pagina:Deledda - I giuochi della vita.djvu/31

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Fin dalle prime pagine, provò una impressione profonda; gli parve di riconoscersi in Raskolnikoff. Anch’egli miserabile, vicino a perdere le sue poche lezioni per indecenza di vesti e di scarpe.

Gli sembrò si rassomigliassero anche fisicamente: anch’egli alto, con lineamenti fini, e limpidi occhi castanei: e subito sentì una grande simpatia, una pietà accorata, per l’immortale studente russo. Ma a poco a poco questa impressione dileguò: non rimase in Andrea che la potente suggestione del terribile racconto. Per due ore egli lesse, visse nel libro con l’anima sospesa angosciosamente.

Ogni parola gli si ripercoteva nel cuore, come una voce in luogo deserto, destandovi echi profondi. Solo allorchè cominciò a mancargli la luce grigia del crepuscolo melanconico egli lasciò il volume, si alzò, si scosse. Gli sembrò di ritornare da un mondo lontano, nel quale si dolorasse e si vivesse con terribile potenza: la realtà della sua vita gli apparve in tutta la sua meschinità desolata, ed egli si sentì ancor più piccolo del solito; un piccolo, un meschino essere senza passioni né sogni.

Per qualche momento s’aggirò attorno alla