Pagina:Deledda - Il cedro del Libano, Milano, Garzanti, 1939.djvu/91

Da Wikisource.

che solo più tardi i bambini dovevano capire: l’uomo aveva aperto la giacca, e sotto vi apparve un bel corpetto di lana a maglia, di quelli che usano i signori: una catena d’oro lo decorava; una catena che, tirandola, pescò dal taschino profondo un grosso cronometro d’oro con la calotta incisa e sparsa di piccole perle. Guardare l’ora fu certamente un pretesto per metterlo in mostra, e così pure l’indugiarsi dell’uomo ad aprire un portafoglio tratto dalla tasca interna, e leggervi dentro come in un libro.

La donna aveva occhi buoni; e vide che i fogli del libro erano larghi biglietti di banca. L’uomo ne tirò fuori uno, dei più piccoli, e glielo porse: ella lo prese, esitando, poi con un riso chiaro di gioia, di sorpresa, d’ingenua furberia, disse:

— Ma perchè te ne vai? Resta a prendere un boccone con noi. Dove vuoi andare, con questo tempo, malato come sei?

Egli s’inumidì le labbra, gustando la sua vendetta.

— Oh, non è nulla: ho gli orecchioni.

Poi si buttò nel vento; e come l’uccello d’oro non si fece più vedere.


— 81