Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/112

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106 ritorno

era triste, umida, chiusa: un quadrato di sole s’adagiava davanti alla finestra della cucina, come in un luogo profondo, in un burrone solitario; e il fuoco coperto da un gran mucchio di cenere dava l’idea di un tumulo.

La vecchietta sedette tranquilla, davanti al focolare, e accennò a Costantino di sedersi, quasi fosse lei la padrona.

— Tu sai bene che tua moglie è al mio paese. Sta in casa mia. Ti chiede perdono e vuol tornare.

— Malanno la squassi! — imprecò l’uomo; poi tornò ad accomodarsi la berretta, piegò la persona, col gomito sul ginocchio e il mento entro il pugno, e parve meditare.

La vecchia guardava le pareti, tranquilla, con le mani sotto il grembiale.

— La donna è pentita, se donna pentita c’è. Scendi in fondo alla tua coscienza, Costantino Fadda! Pensa che tu eri un uomo fatto e astuto, quando l’hai sedotta; e in casa tua! Hai macchiato il tuo focolare! Se tua moglie Rughitta ti ha imposto quello che ti ha imposto, sapeva il suo perchè: era per volere di Dio: era la tua penitenza; la tua croce.