Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/157

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il voto 151


la serva; ma questa era verdastra in viso, magra, allegra d’un’allegria folle che la faceva ridere fino a darle il capogiro. Il padrone, dunque, andò nello stazzo di Riu de Juncu. Era una domenica e la madre di Paccianu era sola nel vasto casolare circondato di roccie e di fichi d’India: seduta sulla panca davanti alla porta recitava il rosario e si alzò con calma per ricevere lo straniero. Era una donna alta, energica, col viso duro, metà della persona avvolta in una gonna nera gittata sul capo.

Il padrone di Marianna capiva che c’era da sperar poco; ma tentare bisognava. Non volle entrare nello stazzo: sedette sulla panca accanto alla donna e le disse ch’era venuto per chiederle la mano di Paccianu, come s’usava in continente.

Ma la donna non aveva voglia di scherzare e rispose calma, implacabile:

— In continente s’usa domandare i ragazzi e in Sardegna s’usa rifiutare.

Fortunatamente ecco Paccianu che arriva a lunghi passi, calmo anche lui ma un po’ ansante per la corsa fatta. Sua madre non lo aspettava fino a sera: lo guardò e tacque.