Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/177

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la croce d’oro 171


sua barba corta bianca e gli occhi chiari; ma poi vidi ch’era giovane, biondiccio, stanco come venisse da un paese lontano.

Nessuno di noi lo conosceva e anche le donne lo guardavano con curiosità; ma tutti lo si credette un amico del capo di famiglia perchè questi lo accoglieva cordialmente, senza però scomporsi troppo.

— Siediti, — gli disse, — di dove vieni?

Lo sconosciuto sedette in mezzo a noi, senza togliersi la bisaccia, col pungolo sulle ginocchia, i piedi parati al fuoco: ci guardava tutti ad uno ad uno ma con uno sguardo vago, sorridente, come vecchie conoscenze.

— Vengo di lontano; sono di passaggio, — disse con voce ancora più calma di quella del mio suocero. — Ho pensato bene di salutarvi, poichè siete in festa.

— Sì, siamo in festa, come vedi: le ragazze son fidanzate, eccoli qui, i bravi fidanzati, forti e belli come leoni. Non ci manca nulla.

— Proprio nulla! — dissero i giovani urtandosi col gomito; e risero.

Anche le ragazze, dopo tanta serietà, parvero vinte da un senso di allegria smodata; risero e risero anche loro, e risi anch’io, e