Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/181

Da Wikisource.

la croce d’oro 175

ro, la storsi, ruppi il rosario e i grani balzarono per terra fuggendo: pareva avessero paura di me. Mia madre anche lei cominciò ad ansare. Allora ebbi pietà e le raccontai tutto.

— Come potevo fare? — gridavo. — L’amica dello sconosciuto, dello straniero, siete stata voi; e potevo dar la croce vostra alla mia fidanzata? Mi guardavano tutti, indovinando: io sono fuggito per la vergogna.

Mia madre però s’era calmata; raccolse i grani nel suo grembiale e cominciò a infilarli. Così lasciò che anch’io mi chetassi; poi disse:

— E perchè non potevano essere gli altri due, i figli dell’amica dello straniero?

— Perchè loro avevano monete d’oro, da regalare alle spose, non croci....

— Anche le monete hanno la croce, — ella disse, — ascoltami. In casa di tutte le spose passa lo straniero e regala loro una croce. Credi tu che anche le tre ragazze, stanotte, non gli sieno andate appresso? Sì, e anche loro hanno avuto la croce, e i figli saranno figli di lui. Come sei semplice! — disse infine vedendo il mio stupore. — Tu