Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/184

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178 dramma


le mani ruvide, o per prendere con le dita una brage e accender la pipa, o meglio ancora per tentare di far la corte a Ilaria. Ma se la brage si lasciava prendere, Ilaria era più intoccabile della brage. Taciturna, non rispondeva neppure alle proposte degli uomini; solo li guardava coi grandi occhi verdognoli foschi nel viso pallido chiuso da un panno nero quadrato allacciato sotto il mento da una catenella d’argento; li guardava triste e minacciosa, poi accennava loro l’anta del camino. Sull’anta nera del camino c’erano, segnate con la punta d’un temperino, dodici tacche: dodici anni da che suo marito scontava la pena per aver ucciso un uomo che si vantava di esser l’amante di lei.

Era giusto in quei giorni, verso Pasqua, che ella incideva il segno sul camino; e leggendo stentatamente il libro della Settimana Santa accomunava la sua passione con quella di Cristo: sì, erano state settimane terribili, poi tre giorni di morte, durante il dibattimento e la condanna del marito; poi anche lei s’era svegliata; ma la pietra del suo sepolcro non s’era più mossa.

La vita ferveva intorno a lei, nelle grida,