Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/235

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la casa maledetta 229

tighiamo giorno e notte, io e Paolo mio, e lui va fuori e si ubbriaca ed io piango e piango. Lui dice che sono io a tormentarlo, invece è lui che mi tormenta. Vi giuro, maestro Antonio mio, che da quando siamo qui non abbiamo avuto un giorno di pace: anche stamattina abbiamo litigato ed egli è andato via dicendo che non tornerà più. Ma egli tornerà se noi leveremo la malìa.

— Chi può aver fatto questa malìa? — domandò l’uomo, sempre più grave.

— Chi? Domandate chi? Ma tutti lo sanno: tutti sanno che i Piras, i vecchi padroni, imprecavano contro chi avrebbe acquistato la casa all’asta. E Mimia sparse il sale intorno: perciò anche l’acqua è mancata dal pozzo e tutto nell’orto si disecca. E prima di andarsene fu veduta con le braccia in croce a maledire la casa. Io non credevo a queste cose; ma adesso pur troppo ne sono convinta. E non basta. Ho sognato che c’è anche la malìa. Ho scavato sotto le porte, ma inutilmente. Adesso bisogna guardare sotto la scala perchè voi sapete che la malìa opera meglio dove più forte si posa il piede. Ma da sola non posso levare gli scalini; allora ho pen-