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254 lo spirito del male


credendo che qui stava sua sorella, e vedendola chiusa in questo modo mi convincevo ch’era proprio Rosaria.

Valentina si mise a ridere; pure così scambiata dallo sconosciuto, pure così presa nel morso della mano di lui, si mise a ridere. Il calore di quella mano le saliva su per il braccio, fino alla testa; e di nuovo un’ubbriachezza simile a quella che dà l’odore del vino in fermento le destava un’allegria senza ragione. Ebbe voglia di scherzare, di burlarsi un poco dello sconosciuto.

— Si vede che vieni da una miniera sui monti e non conosci il mondo, — disse, dandogli a sua volta del tu. — Sono proprio Valentina Lecis, la moglie legittima del dottor Vittorio Lecis, ma come vedi sono chiusa dentro a chiave, mentre mia sorella Rosaria, che sta con un uomo che non è suo marito, è libera in casa sua, padrona di ricevere gli ospiti e di fare quello che vuole.

L’uomo non pareva sorpreso. Solo disse, con accento di filosofo:

— Così va il mondo.

E si rimise il cappello e cercò di prenderle l’altra mano. Lei aveva una grande