Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/42

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36 il tesoro

fermata dai banditi; ma fidando in Dio si va avanti sempre incolumi.

— E tu, — gli chiese dall’alto, — perchè hai chiesto di me? Che intenzioni avevì?

— Buone. Ma.... è che ti avevo veduto a cavallo e mi sembravi meno alta. Io sono troppo basso per te.

— Davanti a Dio siamo tutti della stessa statura.

Era la prima donna che gli parlava così, ed egli si sentì battere il cuore, ma il palpito si ripercoteva fin dietro la spalla sotto la tasca dura del tesoro ed egli diffidò di nuovo. Forse la donna sapeva e gli faceva la corte per i suoi denari.

Quando si lasciarono la seguì con gli occhi tristi; e nella notte inquieta ebbe l’idea di nascondere il tesoro nei crepacci della scogliera dove non arrivavano che le aquile marine. Era sempre in tempo a riprenderlo dopo che la donna, se era proprio come si dimostrava, lo avesse voluto povero. S’incamminò dunque: era una notte d’autunno, azzurra, chiara di luna, con un grande serpente d’oro dentro il mare, e sotto la scogliera a picco l’acqua immobile che sembrava lat-