Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/57

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la parte del bottino 51

tava galantemente a tirare giù i sacchi, gli dava notizie del paese.

— Ho veduto suo fratello prete Maxia: è sempre più magro, pare non sia neppure padrone di un molino!

— A che serve tanta farina quando si digiuna?

— Anche i dispiaceri fanno dimagrire, don Peu mio.

— Mio fratello non ha dispiaceri, — egli rispondeva ritrovando subito davanti alla donnicciuola la sua fierezza di nobile.

Sì, egli aveva dato sempre dispiaceri al fratello, fino a ridursi ad abitare al molino poichè non aveva altro rifugio, ma non permetteva a nessuno di giudicare i fatti di casa sua.

Poi il sogno cambiava; tornava la visione del mare in burrasca, poi quella di un piroscafo che tagliava l’acqua nera e densa come pece liquefatta. Un fragore terribile rombava intorno; la morte accompagnava i viaggiatori.

Si sollevò, tanto la visione gli faceva male: si mise a sedere sul tronco e si piegò su sè stesso, col cuore che gli batteva ancora. Eppure non c’era altro scampo, e anche suo