Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/62

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56 la parte del bottino

spugli si scuotevano odorando, ed egli sentiva dei tralci attaccarsi alle sue mani e morderlo come anch’essi in agguato pronti ad afferrare quello che potevano.

Poi il bosco cessò: e si fermarono. Egli riconobbe il luogo, un pascolo alto, chiuso da rocce, con l’ovile d’un ricco pastore. E l’ombra del fratello continuava a dirgli:

— Peu, getta un grido, almeno! Avverti il pastore dell’assalto. Forse Dio ti ha fatto venire per questo.

— Sì, sì, — rispose continuando a camminare in mezzo ai compagni che s’erano più che mai stretti fra loro e procedevano come un corpo solo. — Sì, appena vicini alla capanna.

Ma quando furono vicini alla capanna, tutto intorno il luogo parve destarsi con un urlo tosto seguìto dal rombo d’un tuono. Era il mastino dell’ovile che abbaiava e il temporale che pareva precipitarsi giù dalle rocce per aiutare l’opera dei malfattori. Don Peu fu di nuovo travolto, preso in mezzo fin dentro la capanna ove il pastore e un suo servo urlavano anch’essi, dibattendosi contro gli assalitori. Egli si ritrasse tentando subito di tornare fuori; ma al barlume delle brage spar-