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Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/88

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82 la martora

ho cacciato io, una volta, e m’è scappata. Noi stiamo qui vicini.

— Quando t’è scappata?

— Eh, saranno tre anni.

— Ma tu quanti anni hai?

— Chi lo sa? Sono orfano. Forse otto.

— E a cinque anni cacciavi già le martore?

— Sì, anche a tre. Si può andare a caccia quando si vuole.

— Ma quest’animale, io l’ho appena da un anno.

— Sì, anche un anno fa ne ho prese tante: mio nonno le porta a un signore che per ogni martora gli dà un fucile nuovo.

Intanto s’era seduto a gambe in croce ai piedi della monaca e guardava la martora con occhi languidi. Il desiderio di portarsela via lo rendeva come ebbro.

— Bella, bella, anima mia, — le diceva reclinando la testina sulla spalla destra e sorridendole. E la martora, come affascinata dalla passione di lui, cominciò a leccargli la manina insanguinata.

Così egli rimase lì fin dopo mezzogiorno. La monaca gli domandava notizie del mondo