Pagina:Deledda - Il nonno, 1908.djvu/117

Da Wikisource.

ozio 115


dovuto smettere; forse non aveva voglia di farsi prete! Io lo conosco da bambino: gli ho fatto un po' da madre. Viene sempre in casa mia; anche ieri è venuto, prima di partire. Se viene ancora vuoi che ti chiami? È curioso sentirlo parlare; parla bene, sai… Sì, tante volte si trattiene ore e ore, a casa mia; io tante volte lo lascio solo, mio marito non c'è, io devo andare ad attingere acqua…

Barbara finse di non capire, e cambiò discorso. Ma quando furono sulla collina, ella trasse dalla borsetta una lettera e si mise a leggerla attentamente. La donna la guardava con curiosità maliziosa.

— È del tuo fidanzato?

— Sì. Egli verrà a trovarmi fra una settimana, appena avrà il permesso dai superiori.

Il sole tramontava, rosso sull'orizzonte violetto. Le onde d'un azzurro denso, insanguinate dal riflesso del tramonto, venivano a lambire la spiaggia sotto la collina; pareva che il mare volesse avanzarsi, curioso, verso la terra immobile, ma arrivato ad un certo punto retrocedesse pentito, lasciandosi dietro qualche onda che si affrettava a raggiungere spaventata le compagne. E al ritirarsi dell'onda la spiaggia scintillava e pareva tutta di madreperla. I fiori della genziana odoravano sulla collina. E Barbara, infastidita dalle chiacchiere maliziose della donna, pensava:

— La natura è bella e sincera quanto noi, creature di Dio, siamo impure e maligne.