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poveri e ricchi 91


— Ricoveratemi per stanotte, — egli disse, — sono un viandante, son povero, son vecchio; la notte è fredda…

— Perchè non domandate alloggio nella casa dei ricchi? dei signori lassù? — riprese la donna, indicando la palazzina bianca. — Andate: sono socialisti.

— Mi hanno detto che il padrone è morto da parecchi anni, e la vedova è avara: non ho osato... Ho pensato che solo il povero può dar ricetto al povero.

Mentre egli parlava, rientrarono due ragazzetti, seguiti da un uomo alto, lacero, sporco.

— Cosa vuole costui? — gridò l’uomo.

— Alloggio per stanotte.

— Andate via: non abbiamo posto.

— Solo alloggio — supplicò il vecchio. — Da mangiare ne ho. Son vecchio, la notte è fredda. Cammino da dieci ore.

— Via! via! — diceva l’uomo, e i ragazzetti ripetevano: — Via! via!

Allora il vecchio, che cadeva dalla stanchezza, offrì di pagare cinque soldi purchè lo lasciassero dormire presso il focolare.

Accettato. Egli sedette ed aprì il suo involto. La donna, che condiva le erbe con l’aceto chiesto dalla bambina, guardava coi suoi piccoli occhi grifagni: così vide, fra gli stracci dell’involto, un pane nero, quattro noci e un portafogli.

Dopo il pasto il vecchio si sdrajò in un angolo, con la testa appoggiata all’involto, e s’abbandonò