Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/79

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suo viso rossastro e come arrugginito). — Tu la conosci! Se....bas....tiana! Taci, però!

Bruno seguì il consiglio e tacque; ma l’intrigo nel quale anche lui s’era cacciato come in una impresa arrischiata, gli apparve chiaro: Sebastiana voleva prendere il posto di Marielène. Egli ne provò un dolore vago, confuso: Sebastiana, così giovane, così bella, perdersi così! Sapeva ciò che si faceva? E sua madre, la maestra, si fidava del Perrò come di un protettore della ragazza!

Per scacciare questi molesti pensieri, partito il vecchio capo‐macchia egli rifece da solo il giro del bosco pensando a tutta la responsabilità della sua nuova posizione.

Molti uomini incidevano la scorza e la strappavano dai lecci secolari; e così attaccati ai tronchi ed ai rami essi davano l’idea di vampiri che succhiassero il sangue e la vita ai giganti vegetali. La scorza cadeva a striscie, a brani, ruvida e scura da un lato, giallognola e umida dall’altro. I tronchi, dove si scorgeva il legno rossastro, sembravano solcati da ferite profonde; e l’albero a misura che veniva spogliato e scorticato appariva nudo e triste come un cadavere.

Ragazzi laceri e scalzi, qualche vecchio paesano e qualche donna coperta di cenci