Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/84

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— Quanto di posta? — domandò Lorenzo.

— Tre soldi.

— Usano così al tuo paese?

— Usano così.

— Non conoscono la lira, al tuo paese?

— Non la conoscono, ma vengono qui, per conoscerla!

— È vero! — ammise il dispensiere, traendo di tra le pietre del muro a secco un mazzo di carte così sucide che sembravano nere.

Bruno riaccese la sua pipa, accavalcò le gambe e prese le carte ad una ad una, esaminandole attentamente da ambe le parti per accertarsi che non avevano segni particolari; e per qualche tempo i due giocatori tacquero, pensierosi e attenti come se la posta fosse di migliaja di lire. Si sentiva il vento fremere a intervalli, poi il suo rumore cresceva, si avvicinava, diventava cupo e fragoroso come un rombo di tuono, e di nuovo diminuiva e s’allontanava ridiventando un lieve fruscìo. Pareva che un treno attraversasse la solitudine della montagna.

L’indomani arrivò lo speculatore. Gentile e affabile anche con i più umili lavoranti, egli battè la mano sulla testa ai ragazzi e interrogò a lungo i vecchi e le