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Prima però corsi giù dalla parte opposta, verso l’abitazione di Marisa, col proposito di pregare la donna che ritornasse su, nella nostra casetta, per avvertire mio marito che andavo a visitare il malato.
Marisa non c’era: solo il pescatore, arrampicato come uno scimmione sul tetto devastato, vi rimetteva in ordine le assi e gli embrici sconvolti.
Mi fermai incuriosita a guardarlo: aveva davvero un aspetto primordiale, con la barba rossa ispida, il naso corto e gli occhi del colore di quel cielo triste sul cui sfondo egli si moveva.
Accorgendosi di me si sporse sull’orlo del tetto e mi disse, con una voce petrosa ma risonante:
— Cerca la Marisa? Non c’è. Vattelape-