Pagina:Deledda - Il paese del vento, 1931.djvu/64

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— E fra tre o quattro anni sarò dottore. Il tempo passa presto, però, oh, come passa presto. Mi sembra ieri che avevo otto anni e frequentavo la scuola del mio paese. Eppure non vorrei tornare indietro. La fanciullezza è melanconica, specialmente in certe case ed in certi paesi. Il mio divertimento era di fermarmi nelle straducole, dove l’erba ancora cresce fra le pietre, per guardare ed invidiare le lucertole che non fanno altro che godersi il sole.

— Anche io! — esclamo d’impeto.

Egli si volge a guardarmi, poi riprende:

— Sì, nei fanciulli è istintiva l’invidia per gli animali liberi e felici. Chi non ha desiderato essere un uccello? Eppure gli uccelli, e tutti gli animali che ci sembrano felici, forse patiscono più di noi. Sentono di continuo la paura ed il pericolo, mentre l’uomo s’illude di essere forte, di crearsi il proprio destino. La felicità, invece, scaturisce dal nulla, al nulla ritorna, e non è in nostro potere il crearla.

Io mi sentivo battere il cuore, come se