Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/12

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nel mondo a vagabondare sotto spoglia umana per provare il cuore degli uomini. Perché vi sono cuori abbandonati a sé stessi come terre incolte: basta smuoverli e seminarli perché diano frutto. Ma Davide pensa che il suo cuore è duro perché deve essere duro: e se il bambino misterioso è Colui che tutto vede ne sa il perché: inutile quindi fingere un turbamento che non si sente. Infine, poi, l’uomo veramente frustato dalla sventura non può più amare neppure lo stesso Dio.

Intanto, pensa e ripensa, guarda e riguarda di qua e di là, il tempo passava: era quasi sera e Davide pensava anche a sua moglie che s’inquietava profondamente quando egli tardava a rientrare. Si decise dunque a scendere dal calesse: d’un balzo fu in terra, agile nonostante la sua non più giovane età, col viso, al quale la pelle scura, le labbra grosse e la barba a punta davano un’aria diabolica, minacciosamente chinato sul bambino.

— Ebbene, ti muovi, o non ti muovi, malanno abbia tua madre che ti lascia andar così?