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Adesso si tratta di questo: d’incaricarci noi della creatura, quando nascerà. La famiglia della ragazza farà di tutto per occultarne la disgrazia: ma alle conseguenze dobbiamo pensare noi.
Io sono povera, lo sai: fintanto che si trattava di aiutare te solo, mi riusciva facile; ma adesso non saprei come fare e declino ogni responsabilità”.
Io scrissi sotto le parole della zia:
“Non inquietatevi. Mi incaricherò io della creatura”.
La zia lesse e mi guardò, di sotto in su, senza più nascondere una vaga espressione di compatimento e di derisione; ma dovette scorgere sul mio viso qualche cosa di mutato, di grave, perché anche lei si rifece seria; e porse all’uomo il quaderno, con una certa soddisfazione, come se la promessa che era sgorgata spontanea dalla mia coscienza me l’avesse strappata lei con le sue parole.
E l’uomo lesse, senza mutare aspetto, poi lestamente strappò il foglio dal quaderno, lo piegò in quattro e lo mise in tasca.
L’atto fu così rapido e naturale che non mi diede tempo d’impedirlo e neppure di protestare.
Del resto io non avevo intenzione di ingannare nessuno: e