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non quando le fui davanti; allora sollevò gli occhi e parve rallegrarsi della mia presenza. Le misi davanti la lettera e mossi per andarmene. Ma a un suo cenno sedetti all’altro lato della tavola, mentre lei apriva la lettera e la leggeva!
Così cominciai a frequentare la casa del mio creditore.
Del resto non ero io solo a sedere intorno alla tavola di marmo che formava come un altare davanti alla bella padrona di casa: per lo più erano uomini, ma uomini piuttosto invalidi, vecchi parenti, un capitano di porto a riposo, un prete, un uomo con una gamba di legno.
Li vedevo parlare, agitarsi, ridere, e capivo tutte le cose che dicevano; cose semplici perfettamente inutili. La padrona di casa sorrideva sempre e faceva cenno di sì, per significare che, sì, aveva capito; ma a volte mi guardava d’improvviso, con uno sguardo serio, come per dirmi qualche cosa che gli altri non potevano sentire; e quello sguardo mi rimescolava tutto. Era come se