Pagina:Deledda - Il ritorno del figlio - La bambina rubata, Milano, Treves. 1919.djvu/189

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camera: quando rientro in cucina mi accorgo con terrore che la balia s’è bevuto tutto il latte, e mangiato tutto il resto. E non aveva neppure rimesso a posto le tazze!

Fuggii disperato: avevo l’impressione che quel castigo di donna ingombrasse tutta la casa, che fosse lì pronta a divorarsi tutto. E noi avevamo lo stretto necessario: i denari del cassetto della zia diminuivano di giorno in giorno, e c’era da pagare il medico, le medicine. Senza contare una cosa che cercavo sempre di dimenticare ma che più scacciavo più tornava insistente al mio pensiero: il debito...

Però non potevo, non volevo rimandare la balia. Finché più tardi venne, come usava spesso, a domandare notizie della zia, il vecchio marinaio Mi parve d’essere nuovamente salvato da lui.

Lo feci entrare dov’era la donna e vidi che parlavano, ch’ella gli raccontava il perché della sua presenza. Egli si mise a ridere; l’unica volta che l’ho veduto ridere senza freno; un riso che pareva spandersi a tutta la sua persona e faceva financo vibrare i suoi piedi di bronzo.

E quando riuscii a capirne il perché, risi anch’io, sebbene così triste e inquieto: la balia credeva fosse la donna giacente nella camera attigua, a partorire.