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la madre che fugge col dottore, Sarina che s’affaccia alla loggia di marmo del palazzo del benefattore: e lui è rimasto solo nell’appartamentino al quinto piano, ed è, in fondo, felice di questa solitudine.

Tanto che nello svegliarsi provò un senso di malessere, un brivido come per il passaggio improvviso da una atmosfera calda a una fredda.

Sollevò la testa pesante: era solo, sì, e tutto intorno era quieto e luminoso, ma di una luminosità strana, insolita, come se i sogni continuassero; invece che dal finestrino il sole penetrava nella cameretta dopo avere attraversato la prima stanza, e pareva che l’orizzonte si fosse spostato.

Egli balzò dal letto stordito, con tanta ombra dentro quanto fuori era luce: gli sembrava di avere dormito cento anni, come nelle leggende, e che tutte le cose, tutte le vicende del mondo si fossero cambiate in quel tempo. Poi vide che la sua porta era rimasta aperta e il sole vi penetrava pienamente: ombre di rondini svolazzanti basse attraversavano lo spazio soleggiato davanti alla casetta e il gatto vi si slanciava contro.

È già dunque tardi, verso mezzogiorno; l’ora in cui il sole rende più felici le cose. Quanto tempo hai davvero dormito. Cri-