Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 102 — |
nuto qui, chi vi ha parlato di me? Dite, dite!
— Io non so nulla, io nulla! Dio ce ne scampi e liberi, io non c’entro! Vattene, che si fa tardi.
S’incamminò, e Melchiorre, preso il recipiente del latte, continuò ad andarle appresso sempre supplicandola e incalzandola di domande; ma non ottenne che evasivi «Dio ci scampi e liberi» e gesti fatti come per scacciar ogni sorta di tentazione. E nel mentre ch’egli ricacciava entro la bisaccia il recipiente, la donna chiuse a doppio giro la porta e se n’andò svelta e frettolosa, coi grigi gheroni della sottana ondeggianti e come orlati di sangue.
Egli rimontò a cavallo, comprò vino in una bettola, e riprese la via della montagna.
Una cupa tristezza, un’inquietudine vaga lo assalirono. Egli non era mai stato manesco, nè violento, nè ladro; nessuno l’avea quindi mai molestato. Doveva perdere la sua fama d’onest’uomo, la sua pace e la sua piccola fortuna per correre dietro uno sciocco amore mascherato d’odio?
Gli schiaffi dati a Paska gli sembravano