Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/250

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— Sta zitto, botte di feccia: se quel buon vecchio ci sente, ci sgrida.

Ma per quanto lo ricercassero, quel buon vecchio non c’era.

Zio Pietro aveva lasciato il suo triste posto presso il fuoco, appena Basilio era partito. Pensava:

— Gli andrò dietro: udrò i suoi passi e mi orizzonterò. Se si accorgerà di me a mezza via, non avrà il coraggio di farmi tornare indietro.

Per un tratto la cosa andò bene. Egli conosceva il sentiero che conduceva fuor della tanca, e potè percorrerlo, tendendo appena di tanto in tanto il bastone in avanti e palpando l’aria con la mano sinistra. Davanti udiva distintamente il passo del cavallo di Basilio.

La giornata era bella: si sentiva un soffio che annunziava la primavera; la fragranza dei sereni pomeriggi montani profumava l’aria. E nella serenità silenziosa tremolava solo il grido di una gazza, e più lontano mormorava il ruscello.

Oltrepassato il varco della tanca, zio Pietro si fermò indeciso: sentiva sempre il passo del cavallo, ma gli pareva di aver smarrito il sentiero: tuttavia proseguì.