Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/274

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scinandosi sui ginocchi. L’ombra cresceva. Così curvo al suolo, stanco, con le palpebre pesanti, egli vedeva sempre la figura del morto, col dorso tumefatto e violaceo, una graffiatura rossa sulla mano destra, una foglia secca fra i bianchì peli della barba.

Il suo dolore allora cominciò a diventare ossessione; l’infruttuosa ricerca del bastone lo stancava e l’irritava, e a un tratto sedette e poi s’arrovesciò sulla pietra ove il morto era caduto.

Le nuvole passavano lente sul suo capo, nere, sul fondo argenteo pallido del cielo, come enormi uccelli silenziosi. In alto le roccie guardavano il crepuscolo; nelle fredde lontananze le montagne sorgevano fosche, livide sul pallore di quel gran cielo morto.

Basilio vedeva sempre il dorso frantumato del vecchio, la foglia secca fra i bianchi peli della barba: e ripeteva fra sè le ultime parole di lui.

Per liberarsi da quell’incubo pensava che con la testimonianza sua, del pastore porcaro e d’altri vicini, Melchiorre non tarderebbe ad esser posto in libertà. Ma poi ricordava Paska e la sera in cui dalla sporgenza di Monte Bidde, tra le