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nir svegliato di soprassalto da un rumore nel cortile. Mi alzo e guardo: egli è là, il nemico, il vecchio, rosso e selvaggio come un leone. «Che vuoi?» gli chiedo. Ed egli: «Preparati, perchè questa è la tua ultima ora!» Io rispondo: «Son pronto, ma prima lascia che ti dica due parole»; e gli racconto la parabola del re e del suo debitore. Poi gli dico: «Ora, se vuoi, uccidimi». Allora vedo una cosa strana: Giacomo Lixia getta l’arma e si avvicina per baciarmi; ma ecco che inciampa e cade. Io mi svegliai, ed ora son triste perchè mi pare che....
Colomba (mentre il vecchio parla dà segni d’impazienza). Andiamo, via; è quel maledetto ospite che vi ha messo in mente queste idee. Su, alzatevi, andate a letto. (L’aiuta a sollevarsi e l’accompagna fino all’uscio).
Zio Mauru. Ma tu, che ne dici?.
Colomba. Di che?
Zio Mauru. Del mio sogno!
Colomba. È un sogno! che volete che sia? Su, state allegro, e buona notte. Ora copro il fuoco, e vado anch’io a letto.
Zio Mauru. Buona notte. (Esce),