Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/33

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cinò la mano alla cenere, e sentendo calore scoprì una grossa brage con la punta del bastone forato che serviva anche da soffietto: mise una manata di fuscelli secchi e soffiò; la cenere si sparse intorno al focolare, il gatto scappò scuotendo le zampe, e la fiamma brillò.

Al suo ritorno, Melchiorre trovò i maccheroni conditi entro la casseruola, la stuoia spiegata, il pane preparato nel canestro.

Era passato mezzogiorno: l’elce descriveva appena un cerchio d’ombra intorno al suo tronco, e il sole penetrava per tutte le fessure della capanna. Dentro e fuori faceva caldo; l’azzurro del cielo vaporava chiaro all’orizzonte; sotto la luce fiammante del sole allo zenit le roccie parevano fatte di cenere ardente.

Ma intorno i boschi fremevano con un sonoro susurro. Di nuovo i pastori sedettero per terra, e pranzarono, tornando ai soliti discorsi: le capre, i pascoli, i pastori amici o vicini. E Basilio rideva sempre. Melchiorre raccolse su un pezzo di sughero le sementi dell’anguria, mentre con la buccia il mandriano intagliava statuette piatte che parevano idoletti fenici e componeva una