Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/93

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modò un po’ con l’indice le foglie sgualcite e la ficcò in un cespuglio, allontanandosi per vederne l’effetto. Sul verde cinereo e vellutato del tassobarbasso la rosa parve un grosso papavero; ma nell’affanno per la scomparsa della lepre Basilio non potè godere a lungo il piacere di ammirare l’improvvisa fioritura del cespuglio, e lasciò la rosa e tornò all’ansiosa ricerca, allontanandosi mano mano dal tronco vuoto.

Nulla, in nessun posto. Dovevano aver rubato la lepre; forse perchè Dio voleva castigarlo di aver «preso» una rosa dall’altare? Macchè! «prendere» una rosa di carta era altra cosa che rubar una lepre!

— Animale vile, chi sei tu che hai toccato la roba mia? — diceva stringendo i denti e i pugni. — Perchè l’hai toccata? Altro bene tu non abbi! Esci fuori! esci fuori, se hai fegato, esci fuori!

— ....Fuori.... — rispose l’eco; ed egli trasalì.

Poco dopo si udì il fischio di Melchiorre che lo chiamava a colazione, e salì mogio mogio, silenzioso, curvo, guardando per terra con occhi affascinati. Dimenticò la rosa nel cespuglio.