Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/243

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gnano ai piccoli a leggere e scrivere. E i giovanetti convertiti, che vogliono farsi sacerdoti, per meglio spandere la luce della fede nelle loro infelici contrade, e liberarle dal demonio come i guerrieri liberano la patria oppressa dal nemico.

Proprio così, disse, la signora Giulia, stringendosi le mani al petto ansante, entro il quale pareva che la bambolina nascosta piangesse un suo piccolo pianto generoso e impotente: e neppure adesso Noemi sentì bisogno di ridere: anzi, suo malgrado, provò un senso di commozione, che era, sì, il riflesso di quella della sua visitatrice, ma forse più profonda e duratura.

Per istinto diede uno sguardo al suo cestino da lavoro, ricordando che le ore più riposate e sognanti delle sue lunghe giornate erano quando ella lavorava per i bambini poveri: ecco le calzettine di maglia, ecco i corpettini per tener caldi i piccoli corpi, entro i quali palpita un cuore che è il bocciolo di una esistenza fatta di sofferenze e di gioie, di miserie e di errori, ma forse anche di grandezza e di nuova luce per l’umanità.

Cose semplici e antiche, che, come dice bene la signora Giulia, fanno ridere gli spassosi inquilini dei palazzi di città: eppure, perché fanno bene al cuore di chi le rispetta e se ne fa una legge tanto lieve da osservarsi? E gli occhi della signora Noemi si sollevano a guardare il cedro,