Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/255

Da Wikisource.

— 247 —

dimmi cos’hai fatto a tuo zio: altrimenti manderò subito giù qualcuno a vedere.

— Mandate pure! Lo troveranno che aspetta il chinino.

— Altra medicina occorre per guarire il male nostro! Agostino, tua sorella ha rotto il matrimonio.

Egli balzò in mezzo alla stanza come spinto da un colpo violento: si battè le mani sulle anche e diede un ansito di rabbia.

E la matrigna rientrò, stravolta da un dolore quasi fisico: vide Agostino piegarsi, lasciandosi cadere affranto sulla sedia accanto alla tavola, al posto ov’egli usava mettersi e fare i suoi calcoli silenziosi; gli andò vicina, ma egli tese istintivamente il braccio, col pugno chiuso, per respingerla. Allora un’umiliazione mortale le salì dalle viscere, la fece andare qua e là cieca per la stanza nel chiarore dorato e nel polviscolo del sole come un insetto scacciato. Non sentiva quello che dicevano, la nonna e il nipote, ma sapeva ciò che pensavano, esser lei la causa del disastro: e si vergognava di Agostino, sentiva ch’egli la giudicava crudamente, senza pietà, con un giudizio brutale di maschio che la denudava tutta e frustava la sua carne colpevole solo di