Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/64

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come la figlia del Re della leggenda, perchè il giovane innamorato potesse servirsene a guisa di una scala di seta per arrivare fino a lei.

Un bagliore di fuoco, in fondo alla strada, arrossava l’ombra: spruzzi di scintille volavano con le vibrazioni dell’incudine battuta: pareva si pestasse del cristallo e dell’argento, laggiù; poi in un momento di sosta si sentiva la grossa voce del fabbro che raccontava al ragazzo che tirava il mantice una sua avventura di quando era magnano girovago. Annarosa non se ne umiliava più. Il suo dolore e la sua rinunzia coprivano ogni cosa d’un velo di poesia.

Una sera finalmente nel rientrare a casa dopo aver aspettato il postino all’angolo della strada, Mikedda le tirò di nascosto la manica. Ed ella ebbe l’impressione che fosse il suo passato stesso a costringerla a volgersi indietro; s’accorse però che la nonna la sorvegliava e non si mosse.

Il cuore le batteva fin sulla spalla. Che accade di fuori? Gioele è alla porta? È venuto finalmente per salvarla. Eppure lei ha desiderio di chinare il suo viso sulle ginocchia della nonna e confessarle la sua tentazione di tradire la famiglia.

Quando può uscire nel corridoio, per