Pagina:Deledda - L'ospite, Cappelli, 1898.djvu/102

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di don Evéno distrusse ogni cosa. Mikela non voleva assolutamente sentir di partire.

— Sciocca! — le disse sua madre. — Ha ragione il savio dicendo che chi ha il pane non ha denti. Non vedi? Ecco, lo zio ha tre serve, e il suo palazzo è tutto dipinto.

— Lo so, ma...

— Può lasciare tutto a te...

— No, non ci vado, non ci vado! — pianse la fanciulla.

— Tu andrai, in fede mia. Se resti qui tanto mando al diavolo il tuo innamorato. Mentre se vai... può darsi che...

Il maestro era in vacanze. Mikela, con la speranza di sposarlo anche approfittando dei beni dello zio, partì.

Don Evéno avea ben parlato fuor dei denti, però.

— Io non voglio seccature — disse. — Se Mikela è disposta a far coscienziosamente la padrona di casa, senza grilli per la testa, va bene; altrimenti...

— Se ha grilli se li leverà — assicurò la madre.

Così Mikela mise in un cestino le sue camicie profumate di spigo e il suo corsetto di broccato, e partì con la morte nel cuore. Anzi, credeva di andar precisamente a morire, e quando si trovò nella gran casa