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110 don evèno

dispiace assai che tu mi lasci, ma io ho capito subito, fin dal primo giorno, che bisognava rimediare le cose in modo soddisfacente per tutti. Tu non potevi sacrificarti, ed anzi hai fatto troppo; ma io non dimenticherò...

— Voi avete fatto e disfatto, — disse Mikela con angoscia. — Vi ho forse detto mai qualche cosa io?

Lasciò cader le braccia con l’abbandono della disperazione, e non udì più nulla di ciò che Evéno le diceva.

Pensava a questo grande mistero. Ella aveva scritto alla madre facendole sapere che non pensava più, da vari mesi, al suo vecchio amore. E la pregava vivamente di non acconsentire al progetto di matrimonio che recava don Evéno. Scriveva:

«Per quanto avete caro nella vita, vi prego, cara mamma, dite di no. Ma non fate vedere che son io a consigliarvi; perciò vi scrivo in segreto. Io voglio restar quì fino alla morte, e, a meno che zio non mi mandi via, io resterò sempre presso di lui!»

E invece la madre acconsentiva!

Perché? Come? Come, Dio mio?

Tutto il sangue le saliva alla testa, eppure il suo volto impallidiva sempre più, e