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righe di questa storia. Con la testa appoggiata ad un tronco d’elce — quello stesso che Antonio aveva baciato — gemeva angosciosamente, vinta alfine da uno strazio deciso e ineffabilmente doloroso.

La luce della luna si faceva sempre più chiara e limpida, e dalle montagne salivano grandi nuvole di una bianchezza risplendente.

E la tristezza della notte aumentava. Si udivano allegri rumori in lontananza, e dai fumaiuoli saliva il lieto fumo delle cene festose. Gli uomini dimenticavano il tempo, e solo la natura immortale pareva rattristarsi per l’agonia dell’anno.

A un tratto, dopo l’Ave Maria, sullo sfondo delle nuvole bianche risplendenti come un gran tesoro d’argento, brillò un fuoco sulla cima della montagna.

Sulle prime Margherita credé fosse una stella rossa che spuntava; ma poi vide bene ch’era un fuoco, e ne fu tutta scossa. Un pensiero strano le venne subito in mente: dapprima ella stessa si stupì di questo pensiero, ma, a misura che il fuoco si faceva più vivo, il pensiero si trasformò in dubbio, poi in convinzione profonda.

E i suoi occhi, lucenti per le lagrime versate, non si staccarono più di là. Era