Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/19

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Pensiamo piuttosto a godere bene la giornata, in attesa del grande momento. Il solo pensiero che rivedrò le sue pupille, mi risolleva fino a Dio.

Giglina è fuori per la spesa; io preparo il bagno domenicale per i ragazzi. Essi dormono ancora, e non so quale dei due svegliare per primo; mi dispiace rompere il loro sonno sacro. Entro nella camera di Fausto, attigua a quella del babbo: c’è già un odore di uomo, nella piccola camera tutta sottosopra. Egli ha buttato via i guanciali e giù le coperte, e dorme bocconi, lungo e nudo come un selvaggio sul margine del bosco. È bello e forte: la linea pura del dorso e delle gambe dritte ricorda quella delle statue greche: una lieve peluria copre già la sua pelle dorata, che anche nel sonno rabbrividisce di vita: le dita dei suoi piedi si agitano: forse egli corre, nel sogno, o gioca al pallone; io tuttavia esito a svegliarlo, anche perchè so che il suo sonno è prepotente; vado quindi nella camera della piccola Sibilla, attigua alla mia.

Qui si sente il mio influsso diretto, poichè tutto è in ordine e dall’uscio aperto della mia camera entra già l’aria fresca e nuova. La bambina dorme fra le coperte rimboccate, ma anche