Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/220

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vita sembrava un frate; ma la testa era avvolta in un fazzoletto che pareva un cappuccio bianco; tanto che, arrivata all’orlo del ciglione, alta sullo sfondo rosa e arancione del cielo, la grande figura diede a don Felis l’impressione di una guglia di monte con la cima profilata di neve.

— È una donna: è una suora cieca. Come diavolo ha fatto ad arrampicarsi fin quassù? — egli si domandò.

E gli parve che un senso di mistero lo avvolgesse; o piuttosto ebbe una raccapricciante sensazione fisica, come se un ragno gli sfiorasse il viso tessendovi su la sua tela bigia.

*

La suora si avanzava dritta verso la tavola, e chiamava sottovoce:

— Alessandra? Alessandra?

Rispose don Felis:

— Lisendra è di là, nella cucina. Che volete?

Ma la suora non ebbe il tempo di rispondergli che già Lisendra era apparsa e col suo riso muto tentava di persuadere l’uomo a non impressionarsi per l’insolita apparizione.

— Sono qui, sora Cetta: come mai è arrivata fin qui, sola?

La suora, che era una donna ancora possente, e nella linea dritta e dura ricordava a don