Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/230

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donne, e per non farsi criticare come un eretico. Ma si vergognò di dirlo.

Il cieco di Gerico? Chi era? Certo, uno della Bibbia: e un po’ per curiosità, un po’ perchè nonostante la sua voluta incredulità, il parlare della donna, sommesso e nudo, eppure vibrante di una musicalità interiore, gli ricordava cose lontane, confuse, appunto della sua prima fanciullezza, quando nella bella stagione la madre lo conduceva alle feste religiose campestri, e le cerimonie sacre erano colorite dal suono sensuale della fisarmonica, che rodeva intorno la chiesetta poggiata sul prato verde e richiamava la gente alla festa grande della natura, disse con degnazione:

— Sentiamo se anche voi ricordate bene la storia del cieco di Gerico.

— È nel Vangelo di San Marco. Quando Gesù usciva di Gerico, coi suoi discepoli, e grande moltitudine, un certo figliuol di Timeo, Bartimeo il cieco, sedeva presso della strada, mendicando.

«Ed avendo udito che colui che passava era Gesù il Nazzareno, prese a gridare, e a dire: «Gesù, Figliuol di Davide, abbi pietà di me. — E molti lo sgridavano, acciocchè tacesse: ma egli vieppiù gridava: Figliuol di Davide, abbi pietà di me.

«E Gesù, fermatosi, disse che lo si chiamasse. Chiamarono dunque il cieco, dicendogli: — Sta di buon umore, levati, egli ti chiama.