Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/237

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che sfugge alla rete: e la purezza e l’istinto di libertà di spirito di lei, lo riconciliano con sè stesso.

Ed anche per riguardo a lei gli dispiacque di aver trattato male la suora.

Ma c’era tempo per riparare. Domani, pensò, andrò giù nella vaccheria, cercherò di lei, fingerò di credere. Potessi credere davvero! Potessi!

E già quest’anelito di desiderio diffuse dentro di lui un senso di luce.

*

Fuori, davanti alla sua finestra, si sentiva solo l’indefinibile alito della notte, che pareva salisse dalla bassura con l’odore dei sambuchi e il fruscìo dei canneti: dall’altra parte, invece, risonava un insolito chiasso. Sotto la tettoia una comitiva di operai mangiava, beveva e discuteva: d’un tratto parve anzi accendersi una rissa: urli bestiali s’incrociarono nella quiete della sera, accompagnati da un coro di voci che tentavano di rappacificare i contendenti.

E la cosa sarebbe andata a finir male se d’improvviso una voce risonante, che veniva su dall’avvallamento sotto la camera di don Felis, non avesse chiamato:

— Lisendra? Lisendra? È lassù la zia?