Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/264

Da Wikisource.

— 258 —

preme: quella cioè d’illudermi, o di credere sul serio, che un’altra primavera debba risorgere anche per me, e mi trovi ferma al mio posto, nella mia nuvola di sogni e di poesia.

Poi, chiuso il pugno, lo accosto al mio orecchio, come una conchiglia con dentro la perla e il murmure del mare. Brontola questo murmure:

— Tu hai ragione, ma bisogna vedere se ti danno ragione gli altri. Siamo in tempi in cui tutto si scompone e si ricompone chimicamente. Persino il mare, la perla, i fiori.

— Anche i fiori?

— Anche i fiori. Leggi il giornale che è lì accanto a te sulla panchina, e vedrai.

Apro il giornale, e proprio nella seconda pagina, che ha ancora un odore forte di tipografia, trovo il fatto mio.

«Diversi colori (dei fiori) sono originati dalla stessa sostanza, a seconda della natura del succo cellulare della pianta. Il rosso delle rose, il blu dei fiordalisi, sono dovuti ad un unico corpo: la cianina, la quale, se il succo è alcalino, è azzurra, se il succo è acido diventa rosa, e se il succo è neutro, viola.

«Naturalmente, intravisto il meccanismo di una simile metamorfosi delle sostanze odoranti in coloranti, e la trasformazione di queste, si è tentato di far avvenire in laboratorio, e con pieno successo, ciò che avviene in natura.»