Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/61

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ammiccava con malizia, l’altro fece una smorfia col labbro superiore e col naso, come nel sentire un cattivo odore. Ma erano quasi contenti che le cose procedessero così: nessuno dei due conosceva Concezione e la consideravano una vecchia zitella: quell’offrirsi poi in società, affinché lei scegliesse uno di loro «come si sceglie la pera più matura», li umiliava e li divertiva nello stesso tempo: nel venire alla messa, via per la strada solitaria, si erano dati parecchi spintoni: «avanti tu, Giudeo, che sei il più bello: avanti tu, Maccabeo, che sei più alto di un centimetro», e in coro ripetevano un ritornello, non riferibile, nel quale una donna esprimeva il desiderio di trovarsi nuda fra due giovanotti.

Ed erano anche contenti di farla franca col nonno, che, forse per prendersi la rivincita della ferma padronanza di Serafino, li comandava a bacchetta, minacciando ancora di bastonarli se non filavano dritti. Adesso si era messo in mente quest’idea del matrimonio con Concezione, ed essi sentivano che se non venivano respinti da lei, lo scampo era difficile.

Uscirono dunque dalla cucina, decisi, almeno per questa volta, a svignarsela: nell’orticello videro il chierico, che si leccava ancora le labbra per il sapore del vino, e con la