Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/60

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portare a Concezione il nuovo regalo che aveva in tasca per lei, vide con dispetto che i due fratelli, sempre spingendosi a vicenda, forse per farsi coraggio, si dirigevano anch’essi al cancelletto dell’orto.

Allora scantonò; discese un tratto del sentiero che andava giù dalla strada nella valle, poi risalì, confuso e disorientato, e stette a spiare accanto alla siepe dell’orto.

Quei due erano entrati nella cucina delle donne, senza bussare, senza chiedere permesso; non c’era nessuno; però si sentiva la voce di Giustina nella sagrestia, dal cui uscio socchiuso usciva l’odore del caffè. Uno dei fratelli si spinse cauto a origliare, ma tornò indietro facendo segni di comico spavento: poiché aveva sentito la voce fievole di Serafino, che parlava con la vecchia; e tutti, nella famiglia Giordano, compreso il nonno, avevano una grande soggezione, quasi una sacra paura, del giovane prete. Era lui, in fondo, il padrone assoluto della famiglia: parlava poco, ma tutti di casa sapevano quello che si doveva fare: e la madre, soprattutto, gli obbediva come una bambina docile.

I due fratelli, quindi, che erano arrivati fin là per ordine del vecchio, con la speranza che appena finita la messa Serafino sarebbe andato via, si guardarono negli occhi, e mentre l’uno