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Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/116

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la sua compagna di miseria le dimostrava.

— Poter fare del bene, — pensava Concezione, anche lei sollevata da un senso di gioia mai prima di allora provato così a fondo. Questo era il raggio di sole che rompeva la desolazione del suo cuore e della sua carne, l’elemosina che anche a lei veniva distribuita dall’alto dei cieli.

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Fino al giorno di Pasqua, il tempo, quasi partecipando alla passione dolorosa del sempre rinnovato Mistero, si mantenne triste, con rade apparizioni di sole, sì, ma poi con acquazzoni e grandine. Tutte le cose piangevano, accompagnando il pianto della Madre di Dio. Ma la mattina di Pasqua il tempo si rischiarò: i fedeli accorsero nella chiesetta, e le donne fecero la comunione: anche Serafino apparve lieto e quasi raggiante.

Più tardi, mentre la madre preparava i ravioli tradizionali, di cacio fresco e mentuccia, Concezione fece scaldare un paiolino di acqua per lavarsi. Bisognava pur fare un po’ di pulizia personale, dare anche al corpo la sua parte di freschezza e di rinnovamento.