Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/12

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tentarsi quando la Provvidenza manda i suoi doni. Riprese, con la sua voce ancora giovanile:

— Ieri sera, è venuto Aroldo: e ha portato questo. Per te: per la tua festa. Ritornerà stasera. Voleva venire all’ospedale, ma l’ho sconsigliato. Era tutto felice, però. Ebbene, che ne facciamo, della bestiolina?

— Fate quello che volete. Se la mangerà lui, — disse Concezione con dispetto. — Poteva fare a meno di portarla.

— Ma Concezione...

La madre la guardò bene in viso, e solo allora si accorse che la figlia era completamente cambiata: sembrava d’un tratto invecchiata, con la pelle appassita intorno agli occhi foschi, i capelli tirati sulle tempia e raccolti stretti sulla nuca come appunto usano le vecchie. E pensò che, sì, Aroldo era troppo giovine per lei, un ragazzo, ancora, buono e innamorato, sì, ma al quale non si poteva pensare per un probabile marito. Inoltre era di razza diversa dalla loro; e anche diverso di linguaggio, tanto che la vecchia ne capiva a stento le parole; ma dagli occhi celesti di lui, dal sorriso luminoso e dalla voce calda ne intendeva la lealtà e la mansuetudine, e gli voleva bene come ad un bambino. Anche Concezione gli si era sempre mostrata non osti-