Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/176

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stringeva fra le dita il fuscellino per i denti, e Concezione s’irritò ancora di più.

— Fate una bella cosa, mamma: andate voi, a letto: io starò qui un momento ancora, finché non mi si calmano i nervi. Non è la prima volta.

Alzò la voce e tirò accanto a sé un randello che stava appoggiato al muro: la madre ebbe l’impressione che volesse bastonare qualcuno; poi si mise a ridere.

— Hai ragione, di arrabbiarti, anima mia. Comare Maria Giuseppa è matta da legare, e del suo nipote può farsene un salame o una frittata: non pigliartela così a cuore. — Ma l’ira di Concezione era contro quell’altro, l’ubbriaco: avrebbe voluto andare a svegliarlo a colpi di randello, cacciarlo via dai dintorni come la faina che sta in agguato contro il pollaio. Va, sciagurato, torna dalla tua donnaccia: che sei venuto a far qui, all’ombra santa della Madonnina? Va, maledetto forestiero: e maledetta sia l’ora che sei venuto a farmi le tue commissioni; e chi mi ha insegnato a cucire roba da uomo.

Le venne in mente quella specie di maestra dell’ago e delle forbici; era una bellissima donna, che viveva anche lei sola in una casetta appartata ricinta da un cortiletto con