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mico ma sincero disgusto gli arricciava il lungo labbro superiore.

— Il caffè alle donne: la carne di porco a quelli che la rubano.

— Questa intanto non è rubata, — ribatté Concezione, anche per difendere il già mortificato donatore.

— Io non so niente; solo dico che la carne di porco procura cattivi sogni, e neppure i giudei la mangiavano. E io sono cristiano.

— E dire che egli è padrone di duecento maiali: e tutti gli anni ne vende più di cento, belli grassi, nutriti di ghiande del suo bosco sul monte, che si vede a guardarlo anche dal nostro orto. E li vende ai cristiani, ma con l’usura d’un giudeo.

Ecco che anche la vecchia si metteva canzonarlo: egli però non smetteva la sua maestosa dignità.

— Per forza li vendo ai cristiani; poiché qui non ci sono i nemici di Cristo, sebbene i miei clienti in qualche modo lo sieno.

— In che modo?

— Sono tutti ladri e imbroglioni: e se il porco me lo possono rubare dallo stabbio non ci pensano due volte.

— Tutto il mondo è paese, — si azzardò a intervenire Aroldo; ma il vecchio, pur avendolo bene osservato da capo a piedi e soprat-