Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/56

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bene malaticcio e anzi, si diceva, toccato da un male ai polmoni. Il caffè era per lui, ed ella glielo serviva nella piccola sagrestia, mentre il chierico si scolava, dietro l’altare, il rimasuglio del vino per la messa. Nella piccola sagrestia ella apparecchiò sopra il tavolino accanto alla finestruola verde, poi andò ad aprire la porticina laterale della chiesa. Ed ecco, nella luce ancora crepuscolare della lontananza, nella strada sterrata, vide avanzarsi la figura nera del prete: camminava che pareva avesse le ali, ed ella provò, al guardarlo, una tenerezza, uno struggimento materno: avrebbe voluto accoglierlo fra le sue braccia, riscaldarlo come un bambino. Ne sentiva la tosse, lo vedeva stringersi il cappotto sul petto; e avanzarsi di corsa; il chierichetto sbilenco e quasi gobbo si attardava invece a sbattere una fronda contro i cespugli lungo la proda erbosa della strada.

Non potendo far altro, ella spalancò la porta e salutò con un profondo inchino il sacerdote, mentre egli ne faceva uno eguale alla Madonna, dirigendosi poi rapido alla sagrestia.

— Com’è pallido, — ella pensava; — è giallo, anzi: le sue mani rassomigliano alle zampe di un uccellino Mentre quell’animale...

Il chierico non si affrettava: adesso sbatte-